Come la legge permette il passaggio

E’ un iter che dura al massimo 2 anni. Prevede, normalmente:

  1. il primo passaggio nell’apposita Commissione comunale
  2. il risultato della commissione viene poi approvato in Consiglio comunale
  3. dopodiché si apre una istruttoria parlamentare
  4. contestualmente all’istruttoria parlamentare si chiede il parere della Regione.

Se il consiglio comunale non trova la quadra con la maggioranza assoluta, o se i consiglieri vogliono prima sentire il parere dei cittadini, a tutti questi passaggi viene prima data precedenza ad un Referendum consultivo cittadino. Nel caso in cui l’iniziativa del referendum consultivo non riesca a partire dal Consiglio comunale, i cittadini possono raccogliere le firme per almeno 1/10 del corpo elettorale  per far avviare le procedere del referendum consultivo con atto apposito da parte del Sindaco.

In quest’ultima ipotesi però, sottolineiamo il fatto che Spoleto è uno dei pochissimi comuni umbri rimasti senza stesura del relativo regolamento. Dunque il Referendum è previsto dallo Statuto comunale, è obbligatorio secondo la normativa degli enti locali dal 2000, ma ancora manca il relativo regolamento per attuarlo: qualora quindi il consiglio comunale non riesca a trovare una quadra per il passaggio alla provincia di Terni, chiederemo la definitiva stesura del regolamento comunale circa le modalità di espletamento del referendum ed allora avvieremo la petizione per raggiungere le firme di 1/10 dell’elettorato.

Dunque il Consiglio comunale di Spoleto (e dei comuni della Valnerina) hanno tutti i poteri per consentire il passaggio sotto la Provincia di Terni. Il nostro comitato fa appello quindi in primis al Consiglio Comunale di Spoleto tutto affinché si approvi questo passaggio, qualora non sia possibile, abbiamo uno strumento che lo Statuto del Comune di Spoleto ci mette a disposizione, per dare la parola ai cittadini, previa approvazione del relativo regolamento.

Il Referendum Consultivo Cittadino è lo strumento che la legge mette a disposizione dei cittadini di Spoleto per poter richiedere, fra le varie cose, sostanziali modifiche all’assetto territoriale del Comune.

In particolare i riferimenti di legge sono:

 

Articolo 26 – Referendum.

1. E’ ammesso referendum in ordine a problemi di esclusivo interesse locale, fatta eccezione per le materie di cui al comma 3 dell’articolo 25 del presente Statuto.

2. Si fa luogo al referendum: a) su deliberazione del consiglio comunale adottata con la maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati; b) su richiesta di almeno 1/10 del corpo elettorale  (NB: nel 2014 gli aventi diritto erano 31.285, fonte Repubblica)

3. La consultazione referendaria deve effettuarsi nella prima sessione utile, di cui al successivo comma, purché siano trascorsi almeno sessanta giorni decorrenti: a) dalla data di esecutività del provvedimento consiliare di indizione del referendum; b) dall’avvenuta verifica del raggiungimento del quorum di sottoscrizioni di cui al comma precedente.

4. Lo svolgimento della consultazione popolare, da indire con provvedimento del sindaco, è effettuato o nella sessione primaverile, tra il 15 aprile e il 15 giugno, o nella sessione autunnale, tra il 15 settembre e il 15 novembre; comunque non deve coincidere con altre operazioni di voto.

5. L’apposito regolamento disciplina le modalità ed i criteri di ammissibilità, qualora il referendum non sia proposto dal consiglio comunale, nonché le modalità per la raccolta e l’autenticazione delle firme dei sottoscrittori e per lo svolgimento delle operazioni di voto.

6. Il referendum è valido se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto. Il quesito è approvato se ha raccolto la maggioranza dei voti validamente espressi.

7. Il risultato del referendum, fatta eccezione per quello abrogativo, non è vincolante.

8. Il consiglio comunale, a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati, deve motivare la propria diversa decisione.

 

art. 8 sono stati introdotti i Referendum negli Statuti degli Enti locali, sia delle Province sia dei Comuni. L’obbligo di legge parte dal 2000.